“Nel bene o nel male, purché se ne parli”: il motto che ti costa la reputazione

«C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.» 

Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde (1890)

Questa famosa citazione è l’ispirazione per eccellenza di chi ritiene il far parlare di sé un bene in ogni caso.

Nel mondo imprenditoriale è l’ispirazione di chi adotta campagne marketing volte a ottenere viralità sul web col solo obiettivo di “colpire e far parlare di sé da quante più persone possibile”.

Questa filosofia, oltre che a rappresentare un pericolo per le aziende, ha un’origine ben precisa.

La frase è infatti attribuita a Dorian Gray, protagonista dell’omonimo romanzo di Oscar Wilde.

Ragazzo giovane, bello e innocente all’inizio del racconto, che più avanti nella storia dichiara che darebbe la sua anima pur di non invecchiare mai.

La vita di questo personaggio è priva di ogni tipo di morale, vissuta all’insegna della vanità da assecondare a ogni costo.

Chiunque può tranquillamente capire che, al contrario tuo, Dorian aveva priorità diverse rispetto a fatturare milioni grazie alla sua attività locale.

Eppure è proprio a lui che molti imprenditori si ispirano quando si approcciano a un certo tipo di marketing; “l’importante è che si parli di noi” diventa un mantra seguito anche a costo della propria reputazione.

Se la discutibilità della fonte non è sufficiente per dissuaderti dal rincorrere la viralità delle tue iniziative di marketing, permettimi di darti altri motivi per abbandonare l’idea prima che sia troppo tardi.

Fare marketing virale non è stata una tua idea?
Non fidarti di chi te la propone

Se l’idea di fare campagne con l’obiettivo di diventare virali arriva dalla tua agenzia di fiducia, sappi che a monte c’è un conflitto di interessi.

Il tuo obiettivo è aumentare vendite, cassa e clienti.

L’obiettivo delle agenzie è vincere premi per pubblicitari (e questi premi sono spesso slegati dal fatturato che producono, e legati alla loro idea creativa).

Non lavorate con una comunione di intenti. 

A loro conviene proporti di registrare e promuovere video o post che si prestano per essere condivisi nei social spontaneamente.

Più quel contenuto gira, più possono vantarsene e sperare di partecipare a gare tra pubblicitari.

A te però cosa ne entra in tasca?

Non solo fiammi soldi, ma in base al tipo di contenuto e alla risposta che innesca rischi di creare danni che con un effetto boomerang colpiscono la tua azienda.

Ricordare che esisti convince davvero qualcuno a sceglierti?

Snì, o meglio forse.

Se sei una multinazionale affermata ricordare che esisti può comunque bastare a tenere in piedi la baracca.

La viralità è lo scopo della pubblicità per chi deve semplicemente ricordare alla massa che esiste.

Se però operi in un mercato maturo e hai decine di migliaia di competitor diretti e indiretti, a te serve esattamente l’opposto del farti vedere da quante più persone a caso.

Ti serve un sistema di marketing che sia parte di un ingranaggio più grande studiato appositamente per portarti clienti. 

A te serve parlare a persone giuste e in linea con ciò che offri, quelle che fanno parte della tua fetta di mercato e ti riconoscono come autorevole e comprano da te.

Per ottenere questo, il tuo marketing deve:

  • sapere come identificare le persone in linea con il tuo business;
  • essere influente su quel target specifico;
  • usare contenuti che comunichino al tuo pubblico perché scegliere te e non un tuo competitor.

La viralità, per la sua natura di arrivare a quanti più utenti possibili, NON lavora secondo questi tre punti.

E se non comunichi il tuo fattore differenziante e le motivazioni per acquistare, non fai scattare nulla nella mente del cliente per convincerlo a scegliere te.

In assenza di un chiaro motivo per percepirti come il migliore, questa pubblicità si conclude con condivisioni… ma non con acquisti (che sono ciò che ti serve davvero).

Tutti condividono ≠ Tutti comprano

Altro motivo per cui la viralità non ti aiuta è che ottenerla non è affatto sinonimo di portare qualcuno a comprare.

Se gestisci un ristorante e domani sera sputi nel piatto di un tuo cliente e il tutto finisce in rissa, di sicuro c’è qualcuno pronto a filmare e il video inizierà a fare il giro del web.

Ma quanti nuovi clienti ti sarai procurato?

Se non perdi i clienti fissi è già tanto!

So che puoi ritenere questo esempio un caso estremo che nessuno sano di mente cercherebbe in modo intenzionale, ma ti assicuro che far parlare di sé per motivi diversi da ciò per cui sei davvero utile ai tuoi clienti può arrivare a essere controproducente allo stesso modo.

Mi spiego meglio.

Se non controlli TU ciò che dici, saranno gli altri farlo

Altro motivo per evitare la viralità è che non puoi controllare la comunicazione, tracciarla, gestirla.

È invece fondamentale che tu sia responsabile di ogni messaggio che esce dalla tua azienda. 

Stai certo che i contenuti virali finiscono anche nelle mani di persone fuori target, che interpretano a modo loro, che non capiscono e che diffondono un messaggio storpiato.

Non avere il controllo sui tuoi stessi messaggi può arrivare a essere un grave problema. 

Se per esempio diventi virale per ragioni non coerenti con il tuo brand e non sai più come fermare la valanga in discesa che diventa sempre più grossa, ti sei buttato da solo la zappa sui piedi.

Quel messaggio continuerà a essere frainteso, e tu non avrai alcun controllo sulla comunicazione che è uscita dalla tua azienda.

L’alternativa migliore alla viralità? Il suo esatto opposto

Soprattutto se hai un budget limitato, ti servono azioni mirate, un protocollo specifico da trincea che ti permette di investire 1 e generare 2. 

Per fare questo non puoi sparare sul mucchio. 

Ti serve colpire come un cecchino la tua micro nicchia. Non stiamo parlando di numeri da contenuto virale, ma avrai persone che ti portano il vero guadagno.

Le attività locali non dispongono di un marchio talmente forte e famoso che – in assenza di ritorni dalla pubblicità – è sufficiente per vendere.

Da attività geolocalizzata ti serve un marketing scientifico che usa il tuo budget in modo matematico, che spiega al tuo pubblico perché scegliere te è meglio di non far nulla o comprare da altri.

In base ai test che condurrai sul tuo settore, noterai che alcune strategie ti danno più risultati di altre.

Sono i tuoi stessi clienti a dirti cosa li porta a comprare. E sarebbe poco sensato non ascoltarli.

Una volta identificate le strategie che lavorano a colpo sicuro, su quelle investirai il resto del tuo budget per la pubblicità.

A quel punto i tuoi unici limiti saranno dettati dalla quantità di nuovi clienti che sei in grado di seguire e dal budget che vuoi mettere dentro la tua macchina attira-clienti.

Investi 1. 

Generi 2. 

E lo 0,5 di ciò che hai generato lo reinvesti sul marketing.

Solo così i risultati delle tue attività di marketing aumentano in modo esponenziale e la tua pubblicità si autofinanzia con i ritorni derivanti da essa.

Ed è proprio ciò che facciamo in ClientiElite, il nostro programma di marketing specifico per liberi professionisti e attività locali.

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Evitiamo così di disattendere promesse, il che sarebbe una delusione per te e un precedente di insuccesso per noi. 

Questo è il motivo per cui lavoriamo solo con attività a cui possiamo garantire un grande successo, come lo è stato finora.

Il secondo requisito per approvare la candidatura è che non dobbiamo essere già impegnati nel progetto di un tuo competitor nella tua stessa area.

Questo perché garantiamo a ogni partner l’ESCLUSIVA DI ZONA

Da una parte la riteniamo la forma più etica di lavorare, dall’altra ci permette di massimizzare il risultato delle strategie di marketing dei clienti che si affidano a noi.

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