Il marketing serve solo se vendi “aria fritta”?

Nel mondo del marketing i professionisti a cui potresti affidarti si dividono in due categorie.

Ci sono quelli che condividono ogni giorno i risultati dei propri clienti con numeri e fatturati alla mano.

E poi ci sono quelli che sono solo molto bravi ad intortarti con le parole.

All’interno del primo gruppo, mi piace fare un’ulteriore distinzione.

Da un lato chi sa portare risultati a clienti che fanno veramente impresa. Liberi professionisti e imprenditori che ogni giorno combattono sul fronte per dare ai propri clienti il servizio migliore.

Dall’altro lato chi lavora nell’infomarketing. Hai presente no, quelli che ti vendono i corsi per diventare ricchi dalla sera alla mattina o per raddoppiare i clienti…

Questo tipo di corsi, rappresentano nella stragrande maggioranza dei casi quella che potremmo definire “aria fritta”.

Questa espressione si riferisce in particolare al mondo della formazione, del coaching, del trading o di qualsiasi attività che spaccia soluzioni miracolose per arricchirsi e migliorare la propria vita.

In questi casi, il loro stesso marketing sfocia in una gara a “chi la spara più grossa”, a chi pensa ai titoli che più catturano l’attenzione, a chi ha migliore proprietà di linguaggio e doti comunicative per convincerti che inizierai a vivere la vita che hai sempre sognato. 

Dato che il prodotto in vendita è intangibile e non confrontabile con parametri oggettivi, l’unico modo per prevalere su un competitor, in assenza di risultati dimostrabili e replicabili, è promettere qualcosa di ancora più allettante.

Se capisci dove sto andando a parare, è chiaro che il marketing che serve per spacciare queste panzane diventa un mero gioco di dialettica.

Un esercizio di retorica.

Una baccanale di promesse vuote che fanno leva sugli istinti più bassi di ognuno di noi (arricchirsi, sedurre, dimagrire con poco sforzo) e ti illudono che anche tu potrai riuscirci grazie al segreto che il formatore di turno è disposto a rivelarti a fronte del tuo pagamento.

E alla fine ti ritrovi con in mano qualche banale informazione che palesemente non ti porterà all’obiettivo che tanto sognavi.

Non puoi toccare con mano qualcosa di solido come una mensola che, una volta venduta, deve sorreggere 30 chili di libri a casa tua.

O un motore che deve portarti in giro per 600.000 km.

O un isolamento termico che deve proteggerti da sbalzi di temperatura di 15 gradi.

Le promesse di chi fa impresa nel mondo reale, gente come te che si sporca le mani e che lotta ogni giorno per ricavarsi il suo spazio nel mercato, non possono fare a gara a chi la spara più grossa.

Per intenderci, se vendi un qualsiasi format di crescita personale (valido o meno che sia), puoi promettere anche senza mettere una mano sulla coscienza, che si tratta di conoscenze che possono davvero cambiarti per sempre la vita in positivo.

In primis perché “cambiare la vita” è una percezione talmente vincolata a significati soggettivi che, tecnicamente parlando, è difficile da tacciare di “falsa promessa”.

Quando poi chi compra quel prodotto si accorge che la sua vita è sostanzialmente rimasta immutata, ci sono talmente tante scuse e variabili a cui puoi appellarti per pararti il lato B, che non devi neanche considerare di modificare la tua promessa.

Non hai applicato.

Hai seguito solo metà delle indicazioni.

Questa è la teoria, poi la pratica non la posso fare io per te.

Frasi che ogni volta “scagionano” il formatore dalla responsabilità del risultato.

Ed è proprio sulla base di questa “scappatoia” che alcuni possono prometterti mari e monti, senza mai pagare le conseguenze di pubblicità ingannevole.

Se ti vendo un corso di inglese e tu la lingua non la impari, può darsi che il mio corso sia strutturato male… ma può anche essere che tu non abbia seguito le mie indicazioni.

E su questa ambiguità si costruisce un marketing sempre più infarcito di menzogne.

Ti sarai reso conto che questo modo di fare marketing è del tutto inapplicabile al tuo settore.

Non puoi mentire spudoratamente, sperando di passarla liscia.

Se sei un tappezziere, far credere a tutti che i tuoi tessuti anche a contatto diretto e prolungato con perdite d’acqua restano come nuovi, solo per tener testa ad un competitor che usa rivestimenti impermeabili, non vuol dire fare un buon marketing.

Quello che voglio dire è che se non vendi “aria fritta” hai 3 alternative per farti pubblicità.

  • o non usi nessuna strategia di marketing e vai avanti con il passaparola (se ce l’hai);
  • o prendi ispirazione dal marketing dei formatori, facendo promesse che ti distruggono la reputazione al primo cliente deluso;
  • o crei una macchina di acquisizione clienti, basata su un marketing che non vende il solito fumo di un arrosto inesistente.

Nel primo caso, ti ritroveresti con un flusso imprevedibile di clienti, che potrebbero esserci, come non esserci.

Nel secondo, potresti attirare clienti nel breve termine, ma distruggere il tuo business nel lungo termine.

Per esclusione, l’unica alternativa che ti suggerisco è la terza: costruire un sistema di acquisizione clienti grazie a strategie di marketing di comprovato successo basate sull’analisi del tuo mercato e dei tuoi clienti.

Se gestisci un’attività a livello locale, tutto ciò che ti serve per avere al tuo servizio una macchina che acquisisce clienti per la tua azienda è un programma a 4 step in grado di:

  • analizzare il tuo mercato;
  • metterti in contatto con il pubblico giusto;
  • usare i canali di comunicazione adeguati al tuo business;
  • mettere in leva sistemi già testate che ti garantiscono risultati.

Questo programma esiste e si chiama ClientiElite

È esattamente ciò che abbiamo messo in pratica con oltre 500 aziende locali e liberi professionisti consapevoli di avere le carte in regola per mettersi al servizio di più clienti, che però faticavano a trovare.

L’esempio del tappezziere che ho fatto prima non è casuale. A testimonianza di quanto affermo, voglio farti conoscere un caso studio emblematico di un artigiano, nostro cliente, che lavora proprio in questo settore.

Un settore, quello della tappezzeria, che potresti pensare non abbia niente a che vedere con il marketing digitale. 

E invece…

Davide “El tappessier” di Concesio: 

da non dormire per le preoccupazioni a non dormire per i troppi clienti

Ho sempre tirato a campare, che vuol dire lavorare, ma guadagnare poco.

Per me è stata una scoperta eccezionale, mi si è quasi triplicato il lavoro.

Prima non dormivo per le preoccupazioni, adesso non dormo perché ho troppo lavoro e non riesco a farlo.”

Queste sono le parole di Davide Conti, “El tappessier” di Concesio (Brescia), nostro partner, padre di famiglia che ha deciso di rivolgersi a noi su suggerimento dei suoi figli.

Il suo settore è tra i principali esempi che mi vengono in mente se penso a qualcosa di opposto alla vaporosità dell’infomarketing: divani, rivestimenti, poltrone.

Questa la sua breve testimonianza di circa un minuto:

Al di là della nostra soddisfazione nel vedere professionisti che, messi in contatto con il pubblico giusto, finalmente non devono più preoccuparsi se il mese successivo avranno sufficienti incarichi o meno…

… Per noi è un’ulteriore riprova del fatto che il marketing – creato grazie a un approccio scientifico, realistico, costruito su strategie, test, prove e analisi di mercato – funziona senza necessità di ricorrere a mezzucci e bugie pur di strappare una vendita a qualche malcapitato credulone.

Il nostro programma Clienti Elite è studiato solo per liberi professionisti e imprenditori locali perché è con queste attività che abbiamo condotto centinaia di test per sviluppare le strategie che garantiscono esiti positivi e costanti delle campagne pubblicitarie.

Molti imprenditori come Davide “El tappessier” di Concesio contano su esperienza e conoscenze di elevato valore, ma o non usano alcuna strategia di marketing e vanno avanti con il passaparola, o si affidano ad agenzie che applicano per loro le stesse strategie riservate a grandi aziende (che però giocano con carte diverse rispetto a un’attività locale).

Certo, mi rendo conto che l’idea di non dormire per il carico di lavoro che ti piomba addosso per i nuovi clienti potrebbe non essere l’invito a chiamarci di corsa, ma come ha condiviso un nostro cliente, Luigi Maldera, personal trainer del Milanese, la prima preoccupazione di un libero professionista è proprio quella di sapere se di mese in mese avrà il numero di clienti necessari per sostenere l’attività.

Una volta avviata la tua macchina di acquisizione clienti, quella preoccupazione sarà solo un brutto ricordo, e a ridimensionarne la potenza in linea con il carico di lavoro che ritieni sostenibile facciamo sempre in tempo. 

Siamo sicuri di far ottenere risultati perché accettiamo di lavorare insieme a professionisti che operano solo in settori per cui abbiamo già ampiamente testato le strategie migliori.

Puoi scoprire se per il tuo settore abbiamo già condotto i test necessari per farti acquisire clienti.

Compila il form di candidatura

Troverai un modulo per candidarti a una sessione strategica che ha l’obiettivo di conoscere te e la tua attività e studiare le mosse più indicate a creare da subito una macchina di acquisizione clienti.

Da tempo io e Danilo abbiamo scelto di applicare anche l’esclusiva di zona per i progetti in corso, questo vuol dire che mentre lavoriamo con te, non saremo impegnati a portare clienti al tuo concorrente sotto casa. 

Inoltre, in caso di esito positivo alla candidatura, la prima sessione strategica sarà gratuita per permetterti di testare in prima persona il nostro modo di lavorare e di sottoporci tutte le domande che ritieni opportuno farci.

Scopri subito se abbiamo disponibilità nella tua zona cliccando QUI.

Speriamo di conoscerti presto e di poter contribuire alla crescita della tua attività!

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